Per uno stilista è importante conoscere la teoria del colore, poichè é in base alle leggi cromatiche che si comunica un abbinamento tonale e molti altri effetti ottici e volumetrici.
Il colore ha influenza sul peso compositivo: i colori chiari hanno un maggior peso rispetto a quelli scuri, come i colori caldi "pesano" più di quelli freddi.
Questo fenomeno è ben conosciuto nella Moda, per cui una persona robusta deve vestire con colori scuri per apparire meno imponente e, viceversa, chi é eccessivamente magro deve evitare di vestire con tonalità scure, per valorizzare la propria figura e non apparire ancora più snello.
Isaac Newton fu il primo che, scientificamente risolse la scomposizione della luce mediante il " prisma di cristallo" e che scoprì il valore dei colori complementari, i quali, accostati tra loro, creano una particolare vibrazione della retina.
Itten, invece,progettò una "sfera cromatica", tridimensionale, in cui si trovano agli estremi il bianco e il nero e nella striscia centrale i colori "saturi",e da qui partono le altre gradazioni intermedie. E' di Itten il "metodo sottrattivo e additivo", procedimento di composizione dei colori e delle luci.
danno il giallo, il magenta e il cyan.
Diversi pittori hanno posto il colore alla base della loro sperimentazione artistica; uno di questi è Paul Klee, secondo il quale il cerchio cromatico prende origine dall'osservazione dell'arcobaleno, "una cosa senza principio e senza fine".
Vi sono 3 colori primari: giallo, rosso, azzurro, ed altri 3 colori secondari, che risultano dalla mescolanza dei primi 3:arancione, verde, viola.
La combinazione successiva identifica i colori terziari.
Secondo Klee, sono complementari quelle coppie di colori ricavate da un colore primario e da uno secondario che miscelati in parti uguali danno origine ad un effetto di assoluto distacco ed opposizione.
Il colore e la visione che ne deriva sono dovuti a "recettori visivi" che si trovano in fondo all'occhio, che trasformano la luminosità in impulsi nervosi che arrivano al cervello.
I colori quindi suscitano, a chi li osserva, delle sensazioni ed impressioni visive.
Una divisione in categorie li classifica in colori caldi e colori freddi: i primi costituiti da gialli, rossi e arancioni, i secondi comprendenti azzurri, verdi e viola. I colori secondari formati da parti di colore caldo e parti di colore freddo, corrispondono alla gamma dell'uno o dell'altro, in base alla percentuale maggiore di essi presente nella miscela.
A livello di percezione visiva i colori caldi sono detti "uscenti", perchè sembrano dare l'impressione di avvicinamento a chi li guarda. I colori freddi, al contrario, sono definiti "rientranti", in quanto creano l'effetto di allontanamento rispetto all'osservatore.
Il colore, quindi, dà la spazialità.
Il mezzo che propaga il colore é la luce e la stessa è una caratteristica che qualifica la tinta, cioè la luminosità.
In conclusione si può dire che tutte le teorie sulla percezione visiva o scientifiche possono costituire un input a chi deve "giocare" con il colore, creare non con casualità, ma con la cognizione di chi sa progettare equilibri o effetti shock.
Infrangere le regole aggiungendo tinte inaspettate, ma preservando la coesione cromatica.